(Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Grazie a Luca per l'impegno e la passione!)
Cari blogger tutti,
ho deciso di inviare questa mail di denuncia, ma al tempo stesso di sfogo, rivolgendomi a persone che credo provino come me, lo stesso senzo di rabbia e frustrazione per una città che ormai è completamente abbandonata a se stessa. Quello che mi appresto ad evidenziarvi è secondo me un tipo di degrado subdolo in quanto è andato diffondendosi negli ultimi anni poco alla volta, ritagliandosi di giorno in giorno sempre più spazi della città. Mi riferisco alle etichette adesive (di cui trovate alcune immagini in allegato alla presente) che pubblicizzano svuotacantine, imbianchini, elettricisti, tuttofare, corsi d'inglese, idraulici di quartiere, ecc. ecc. e che ormai sono presenti in ogni angolo della città, sia esso centro o perifieria. Se ci fate caso, potrete osservare queste etichette sui pali della luce, della segnaletica stradale, nei secchioni della spazzatura (in una foto allegata ho evidenziato anche quelle appiccicate all'interno del cassonetto), sugli stipiti laterali di ogni negozio, sopra le saracinesche, nelle cassette postali, praticamente ogni centimetro disponibile della città è occupato.
Personalmente, dopo aver viaggiato molto ed aver confrontato la mia amata Roma con le altre città del mondo (tra cui ad esempio Lima e Santiago del Cile, capitali di paesi molto più poveri del nostro) sono giunto ad un punto di saturazione e non sopportazione dello status quo. Non è possibile arrendersi così al degrado, mi sono detto. E così ho iniziato la mia personalissima campagna contro questo scempio che "appiccica" la città. Ho iniziato a fare informazione tra amici e parenti, invitandoli a sporcarsi le mani e a staccare queste odiose etichette (come faccio quotidianamente io, un po' per dare esempio e molto per cercare di ridurre il degrado delle strade che frequento di più), ma in molti mi hanno detto che senza fare "vera" informazione, che coivolga una platea più vasta, la mia resta una lotta contro i mulini a vento. Io ho effettivamente dato ragione a chi mi ha detto queste cose per cui, dopo aver scritto, senza aver ricevuto risposta, al Messaggero e a Repubblica, ho pensato che nessun più di voi avrebbe potuto darmi retta.
Quello che vi chiedo è semplicemente di diffondere questa protesta, proprio come fate per tutti gli altri temi che trattate, magari anche semplicemente pubblicando questo mio sfogo.
Mi riterrò soddisfatto il giorno, spero a breve, in cui vedrò un altro cittadino indignato come me, che stacca dai muri e dai pali della luce queste fastidiose etichette che, tra l'altro, a mio avviso è molto divertente e liberatorio togliere!
Con questa mia ultima battuta vi saluto e vi ringrazio per essere arrivati a leggere fin qui; vi faccio infine i miei più sentiti complimenti per il modo civile in cui vi battete per il bene comune e per combattere il degrado.
di Luca